Il Palazzo Mayerà è uno dei palazzi storici di Cerzeto, risalente al 1600. Gli splendidi saloni al suo interno, grazie all’impegno e alla lungimiranza dell’amministrazione comunale, sono stati restaurati e restituiti alla comunità.

Il Palazzo non solo conserva le sue sale originali, tra cui la stanza studio del marchese Andreotti-Loria, ma include anche una moderna sala convegni. Questo connubio tra antico e moderno rende l’edificio un luogo ideale per una vasta gamma di attività culturali. Grazie alla sua versatilità, il palazzo offre infatti uno spazio unico per eventi culturali, conferenze e incontri che arricchiscono la vita della comunità.

 

Al piano superiore è stata allestita una mostra fotografica dedicata alla resilienza, con particolare riferimento alla situazione di Cavallerizzo. Le immagini catturano la struggente bellezza dei luoghi ormai abbandonati di Cavallerizzo, dove la natura reclama il suo spazio e i ricordi si fondono con la vegetazione. Tra le fotografie, emerge il ritratto di giovani ritornati alle case dei loro nonni, custodi di una memoria che continua a vivere attraverso di loro. Una storia che si intreccia con quella di chi ha dovuto lasciare a sua volta la propria casa, le proprie abitudini e la propria famiglia per sfuggire a guerre e povertà. Le immagini della mostra ci portano a riflettere su quanto sia universale il desiderio di appartenenza e il bisogno di una comunità che ci sostenga nei momenti di difficoltà.

Tra queste, molto significativa quella che ritrae alcune donne, di diversa età ed etnia, che si tengono per mano formando una catena indistruttibile e altre che ritraggono intere famiglie che hanno ricostruito la propria vita in questi luoghi, diventando parte integrante della comunità.

 

L’allestimento del “Presepe in un mondo in bilico” è una rappresentazione molto significativa e profonda della condizione umana e delle sfide globali che affrontiamo. La metafora dei cinque continenti rappresentati come parte di un sistema instabile, retto dai fili delle varie nazioni del mondo, sottolinea l’interconnessione e l’interdipendenza delle diverse parti del globo.

La scelta di lasciare l’Oceania caduto a terra, a causa del filo rotto, è particolarmente evocativa. Rappresenta la vulnerabilità degli equilibri naturali e sociali, mettendo in luce la fragilità degli ecosistemi e delle comunità umane, soprattutto di fronte a fenomeni come la guerra. Questo gesto serve da monito, invitando alla riflessione sulla necessità di preservare e proteggere il nostro pianeta e le sue risorse, così come di promuovere la pace e la solidarietà tra i popoli.