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- Il Paese di Firmo
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FIRMO: IL FASCINO DELL’INTRECCIO STORICO TRA DUE FEUDI
L’odierna Firmo sorse dall’unione di due casali: il casale di Firmo sottano, noto come Ka Këllogjëri, appartenne ai padri domenicani di Altomonte fino al 1806. Il terreno fu acquisito dai domenicani dal re Ferdinando I d’Aragona nel 1486 e fu fin da subito popolato dagli albanesi, giunti in queste terre in seguito all’invasione turca dell’Albania. La giurisdizione del casale rimase sotto il controllo dei domenicani fino all’eversione della feudalità , quando il palazzo fu acquistato da privati.
Il casale di Firmo soprano, chiamato Ka Markasati, era invece un feudo laico, appartenente alla contea di Altomonte e quindi alla famiglia Sanseverino di Bisignano. La sua nascita risale al 1502, anno in cui Berardino Sanseverino, principe di Bisignano e conte di Altomonte, concesse il territorio al conte e condottiero bizantino Alessio Comite, affinché vi fondasse un villaggio di albanesi o di greci. Comite iniziò a programmare l’insediamento, ma poi rinunciò all’impresa. Il suffeudo passò così a sua figlia, Chiara Comite. Ma fu solo nel 1548 che Cesare Greco, nipote di Alessio, iniziò a costruire le prime case. La situazione di Firmo soprano rimase incerta per un lungo periodo, passando da una famiglia feudataria all’altra: prima ai Campilongo di Altomonte, baroni di Lungro, poi ai Mazza, ai Salituro e, infine, ai Gramazio nel 1682 che ne mantennero i diritti fino all’eversione della feudalità nel 1806.
Questa narrazione storica offre un interessante sguardo sulla complessa interazione tra due territori feudali, mettendo in luce le relazioni tra i signori locali, le dinamiche sociali e gli eventi storici che hanno plasmato il destino di queste comunitĂ . In particolare, la lotta per la libertĂ religiosa emerge come un tema centrale, con gli abitanti di Firmo costretti a difendere il loro diritto di praticare il rito greco dalle incursioni dei padri domenicani.
Nel centro storico è ancora visibile la cosiddetta casa di Alessio Comite, una torretta ora di proprietà privata, che sarebbe stata la prima casa di Firmo soprano, e l’antico arco che divideva i due casali, che si uniranno nel 1806.
Il paese vanta numerosi palazzi nobiliari, tra cui Palazzo Frascino, Palazzo Martino, Palazzo Pisani e l’attuale Palazzo Gramazio.
Palazzo Pisani, risalente alla fine del XVI secolo, era il palazzo baronale di Firmo soprano, feudo dei Gramazio. In origine residenza storica dei nobili Salituri, divenne proprietĂ dei Gramazio a seguito delle nozze avvenute nel 1682 tra Giovanni Gramazio e Caterina Salituri.
Palazzo Gramazio, costruito nel XIX secolo, è attualmente dimora dell’ultima discendente della nobile famiglia originaria di Benevento, Adelaide Gramazio, insieme a suo marito.
L’interno del palazzo è caratterizzato da uno splendido salone decorato con arazzi di grande impatto e stucchi in cartapesta che creano un’atmosfera suggestiva e sontuosa.
Le stanze sono arricchite da ritratti di famiglia, stemmi, onorificenze, antichi volumi, argenterie e oggetti di ogni tipo che narrano una storia affascinante, raccontando le vicende della famiglia Gramazio nel corso dei secoli.
All’interno della Chiesa di Santa Maria Assunta in cielo, costruita nel XVII secolo, non è presente l’iconostasi e si possono ammirare sia statue e affreschi in stile latino che icone greco-bizantine. Gli affreschi che decorano la volta, le pareti laterali e quelle dell’altare risalgono al Settecento e sono opera del pittore Genesio Gualtieri di Mormanno, mentre gli stucchi sono stati realizzati da un maestro potentino attivo ad Altomonte. La torre campanaria, infine, è sormontata da una cupola decorata con maioliche policrome, che aggiunge un tocco di colore e bellezza all’edificio sacro.
La Chiesa di San Giovanni Crisostomo, situata nella contrada di Piano dello Schiavo, invece, nasce già in stile greco-bizantino.
Pertanto, è caratterizzata dalla presenza di un’iconostasi, di un altare quadrato – la cui forma richiama la perfezione di Cristo, con i suoi quattro lati e quattro angoli uguali – e da una cupola centrale, elementi tipici delle chiese greco-bizantine.
Recentemente, è stata bonificata e riqualificata un’area verde nei pressi della cascata del fiume Tiro, ribattezzata Covo 19. Questo progetto è stato realizzato grazie all’iniziativa di Salvatore Spinelli, con il sostegno dell’amministrazione comunale.
Oggi, Covo 19 è diventato un luogo accogliente e multifunzionale, dotato di un parco giochi per bambini, un’area picnic e spazi dedicati a eventi di vario genere. La sua creazione è stata una risorsa preziosa per la comunitĂ locale, offrendo un’oasi di svago e socializzazione immersa nella suggestiva bellezza naturale della cascata del fiume Tiro.
Inglese 🇬🇧
FIRMO: THE CHARM OF THE HISTORICAL PLOT BETWEEN TWO FIEFDOMS
Today’s Firmo arose from the union of two hamlets: the hamlet of Firmo sottano, known as Ka KĂ«llogjĂ«ri, belonged to the Dominican fathers of Altomonte until 1806. The land was acquired from the Dominicans by King Ferdinand I of Aragon in 1486 and was immediately populated by Albanians, who arrived in these lands following the Turkish invasion of Albania. The jurisdiction of the village remained under the control of the Dominicans until the subversion of feudalism, when the palace was purchased by private individuals.
The village of Firmo soprano, called Ka Markasati, was instead a secular fiefdom, belonging to the county of Altomonte and therefore to the Sanseverino family of Bisignano. Its birth dates back to 1502, the year in which Berardino Sanseverino, prince of Bisignano and count of Altomonte, granted the territory to the Byzantine count and leader Alessio Comite, so that he could found a village of Albanians or Greeks. Comite began planning the settlement, but then gave up on the venture. The suffeud thus passed to his daughter, Chiara Comite. But it was only in 1548 that Cesare Greco, nephew of Alessio, began to build the first houses. The situation of Firmo soprano remained uncertain for a long period, passing from one feudal family to another: first to the Campilongo di Altomonte, barons of Lungro, then to the Mazza, the Salituro and, finally, the Gramazio in 1682 who retained the rights until the subversion of feudalism in 1806.
This historical narrative offers an interesting look at the complex interaction between two feudal territories, highlighting the relationships between local lords, the social dynamics and historical events that shaped the fate of these communities. In particular, the struggle for religious freedom emerges as a central theme, with the inhabitants of Firmo forced to defend their right to practice the Greek rite from the incursions of the Dominican fathers.
In the historic centre, the so-called house of Alessio Comite is still visible, a turret now privately owned, which would have been the first home of Firmo soprano, and the ancient arch that divided the two farmhouses, which were joined in 1806.
The town boasts numerous noble palaces, including Palazzo Frascino, Palazzo Martino, Palazzo Pisani and the current Palazzo Gramazio.
Palazzo Pisani, dating back to the end of the 16th century, was the baronial palace of Firmo soprano, a fiefdom of the Gramazio family. Originally the historical residence of the Salituri nobles, it became the property of the Gramazios following the wedding that took place in 1682 between Giovanni Gramazio and Caterina Salituri.
Palazzo Gramazio, built in the 19th century, is currently the home of the last descendant of the noble family originally from Benevento, Adelaide Gramazio, together with her husband.
The interior of the palace is characterized by a splendid hall decorated with high-impact tapestries and papier-mâché stuccos that create a suggestive and sumptuous atmosphere.
The rooms are enriched with family portraits, coats of arms, honorifics, ancient volumes, silverware and objects of all kinds that tell a fascinating story, recounting the events of the Gramazio family over the centuries.
Inside the Church of Santa Maria Assunta in cielo, built in the 17th century, there is no iconostasis and you can admire both statues and frescoes in Latin style and Greek-Byzantine icons. The frescoes that decorate the vault, the side walls and those of the altar date back to the eighteenth century and are the work of the painter Genesio Gualtieri of Mormanno, while the stuccos were created by a master from Potenza active in Altomonte. Finally, the bell tower is surmounted by a dome decorated with polychrome majolica, which adds a touch of color and beauty to the sacred building.
The Church of San Giovanni Crisostomo, located in the Piano dello Schiavo district, however, was already born in Greek-Byzantine style.
Therefore, it is characterized by the presence of an iconostasis, a square altar – whose shape recalls the perfection of Christ, with its four sides and four equal corners – and a central dome, typical elements of Greek-Byzantine churches.
Recently, a green area near the waterfall of the Tiro stream was reclaimed and redeveloped, renamed Covo 19. This project was carried out thanks to the initiative of Salvatore Spinelli, with the support of the municipal administration.
Today, Covo 19 has become a welcoming and multifunctional place, equipped with a children’s playground, a picnic area and spaces dedicated to various types of events. Its creation has been a precious resource for the local community, offering an oasis of leisure and socialization immersed in the evocative natural beauty of the Tire River waterfall.
ARBËRESHE 🇦🇱
FERMA: BUKURIA E DREDHIMIT STORIK NDĂ‹ MEST DI FEUDHA
Ferma si e njohmi sot u le ka bashkimi e di fshata: fshati e Fermës posht, i njohur si “Ka Këllogjëri”, ish e zotërave domenikanëra e Altumundës njërim vitit 1806. Dheu e muarrtin domenikanërat ka rregji Ferdinandit I e Aragonës tekë viti 1486 e ka qënë mbjatu populluar ka shqipëtarët çë erdhëtin ka këta dhera nese pushtimin turkisht e Shqipërisë. Zotëronjin fshatin domenikanërat njërim kur pëllaci e bjejtin një ca gjind.
Fshata e Fermës lart, e thërritur “Ka Markasati”, ish një dhe laik, çë ish e Altumundës e nunga fëmilës e Sanseverinavet e Bisinjanit. Ferma lart u le tekë viti 1502, kur Bernardini Sanseverino, pringjipi e Bisinjanit e Kunti e Altumundës, këtë dhe ja dha udhëhiqtit bizantinit Alessio Comite sa të bënij këtu një fshat arbëreshëve o greqishtash. Comite zu e bëri këtë fshat ma pra e lërej në gjisëm. Dheu shkoj kështu bilës e saje, Chara Comite. Të parat shëpi qënë stisur vetim tekë viti 1548, për vëllimin e Cesar-it Greco, i nipi e Alessit. Për një ca motë fshata Ferma lart shkoj ndër duarvet e shumë zotëri: mënjëhere Campilong-ave e Altumundës, barunëvet e Ungëris, pra Mazza-vet, Salitur-vet e, në lurtëm, Gramazi-ave tekë viti 1682 çë e mbajtin njërim vitin 1806.
Ki rrëfim storik jep një vizion shumë përkujdesur mbi lidhja ndër di fshatat, tue zbuluar lidhjet edhe ndër zotërit, ndër lidhjat shoqërore e ndër bëmejat storike çë zgjodhëtin fatin e këtire di katund. Shumë me rëndesi ka qenë lufta për besimin e gjindjavet e Fermës për të difenzojin ritin greqishte nga zotërat domenikanëra.
Tekë pjesa e vjetër e katundit mënd shihet shëpia e Alessi-t Comite, një turrë e vogël sot pasuri nji vetëm, çë kish të ish e para shëpi e Fermës larta, e arku i vjetër çë ndanij di fshatat çë u bashkuan tekë viti 1806.
Katundi ka shumë Pëllace zotërish, ndër cilit Pëllaci Frascino, Pëllaci Martino, Pëllaci Pisani e Pëllaci Gramazio e sotm.
Pëllaci Pisani, çë është e fundit e shekullit XVI, ish Pëllaci e Fermës lart, dheu e Gramazi-ve. Mënjëhere ish shëpia e zotëravet Salituri e u be pasuri e Gramazi-vet nese martesen e Giovanni Gramazio me Caterin-en Salituri tekë viti 1682.
Pëllaci Gramazio, i stisur tekë shekulli XIX, është edhe sot e llurtëmja shëpi trashgimtare e fëmiles e bëgate e Benevendit, Adelaida Gramazio, bashkë i shoqit e saj. Pëllaci mbrënda ka një dhome e madhe zbukuruar me pëllacë të bukura e me stukë pjot fotografi e fëmilës çë bëjn një hapësirë shumë e bukur. Dhomat janë zbukuruar me foto e fëmilës, mbiza, gjera me hiri, libra të vjetër, argjenderi e gjera çë rrëfenjën një storie shumë e bukur e fëmilës Gramazio ndër shekullet.
Mbrënda Qishës e Shën Mëris e Marrur në qiell, e stisur tekë shekulli XVII, nëng është ikonostaza e mënd shihen statue e piktura me still lëtir e edhe ikona bizantine. Pikturat çë zbukurojin arkun, murat ndër anët e ata e autarit janë e vitravet e Shtatëqindit e qenë të bënur nga piktori Genesio Gualtieri e Murmannës, ndërsa stukërat qenë bënur nga një mjeshtër ka Potenca çë shurben Altumund. Turra me kumborin ka përsiper një gubull zbukuruar me majolika pjot kullure, çë jep edhe më shumë bukuri kësaj Qish.
Qisha e Shën Janit Krisostom, tekë fusha e Xhullë Shklav, është me stil greq-bizantin.
Kjo Qish ka një ikonostaz, një autar quadrat – furma çë mban mend përsosurin e Zotit Krisht, me kater ana e kater spikune gjithë një – e një gubull në qendër, ellëmendë tipikë e qishëvet greq-bizantine.
Ka pak motë bën një ca shurbime për të ndreqëjin një llok afër ujëvartes e lumit Tiri, me ëmërin Kovo 19. Ki project u bë për dashurine e Salvatur-it Spinelli, bashkë me Bashkies katundit.
Sot, Kovo 19, është një llok ku mënd bredhën dialit, ku mënd hahet e ku mënd behen evende. Është një vend ku gjindjat mënd gjënden e muënd shkonjen motin ndë mest bukurimet e naturës e afër ujëvartes e lumit Tiri.