Nel cuore del centro storico di Lungro, Palazzo Stratigò è il fedele custode della memoria e della lunga storia della famiglia Stratigò. Da quando, nel lontano 1533, giunsero dalla città greca di Corone, di lingua albanese, i discendenti della famiglia hanno sempre abitato in questa dimora.

Anna Stratigò, la padrona di casa, è un’eclettica operatrice culturale. Musicista, cantante, compositrice e scrittrice, è un’autentica ambasciatrice della cultura arbëreshe nel mondo.

Vincenzo Stratigò, bisnonno di Anna, è stato un personaggio molto importante del Risorgimento italiano. Nato nel 1822 e istruito presso il Collegio di San Demetrio Corone, approfondì gli studi di Legge all’Università di Napoli. La sua partecipazione ai moti di Cosenza del 1844 e ai moti di Napoli del 1848 testimonia il suo impegno politico contro il dominio borbonico. La sua attività antiborbonica lo costrinse alla clandestinità e trovò rifugio nella dimora di famiglia, dove al piano superiore è ancora visibile il suo nascondiglio, camuffato abilmente dalla madre, la patriota Matilde Mantile, in una credenza. Grazie all’aiuto materno, Vincenzo riuscì a eludere le perquisizioni, spesso travestendosi da donna in costume arbëresh per sfuggire alla cattura e ritornare sul campo di battaglia al fianco del Generale Domenico Damis e di Garibaldi.

Egli svolse un ruolo fondamentale nel promuovere l’Unità d’Italia tra la popolazione di Lungro e fu autore di numerose opere poetiche e narrative che denunciavano le ingiustizie subite dal popolo sotto il regime borbonico. La sua produzione letteraria lo consacrò come uno dei più grandi poeti socialisti della letteratura arbëreshe.

Il palazzo Stratigò è un vero e proprio manifesto dell’Arbëria, un tesoro di memorie e oggetti che narrano una storia millenaria. Custodisce e incarna l’identità storica e culturale arbëreshe, fungendo da luogo d’incontro e di scambio di idee e culture tra persone provenienti da ogni angolo del mondo.

Gli antichi abiti da ballo e da sposa, completi di coroncine di fiori, insieme ai libri antichi, alcuni dei quali risalenti addirittura al 1547, ci trasportano indietro nel tempo, offrendo uno sguardo privilegiato sulla vita e sulle tradizioni della famiglia Stratigò.

I molti ritratti di famiglia arricchiscono ulteriormente il patrimonio e i soffitti decorati con antichi affreschi raccontano storie che si perdono nei secoli, consacrandolo come luogo di grande valore storico.

Oltre ad essere una residenza storica, una parte del palazzo è adibita a Bed & Breakfast ed è sede di due importanti associazioni culturali: l’Officina della musica e l’Accademia internazionale del Mate.

La tradizione del mate a Lungro si porta avanti fin dalla fine del XIX secolo, tanto da essere considerata la capitale europea del mate.

La diffusione di questa bevanda, ottenuta dalle foglie dell’ilex paraguariensis, una pianta originaria del Sud America, è legata al fenomeno dell’emigrazione in Argentina.

Nei locali che ospitavano l’Istituto chimico e farmaceutico della sua famiglia sin dalla fine del 1800, Anna Stratigò ha istituito l’Accademia internazionale del Mate dove accoglie chiunque voglia assaporare questa bevanda ricca di benefici.

All’interno, è possibile ammirare una piccola esposizione di gioielli realizzati con il mate, così come i “cunguli” utilizzati per preparare la bevanda, una sorta di zucchetta, la Legendaria vulgaris, che viene anche utilizzata per creare strumenti musicali.

Il mate a Lungro non è soltanto una bevanda da gustare in compagnia, ma un vero e proprio rituale quotidiano che segue regole ben precise. È un momento di profonda socialità e condivisione.

Attraverso l’Associazione Officina della Musica, invece, ha preso vita “Voci di donne”, un coro interamente al femminile, e vengono organizzati diversi eventi durante l’anno, tra i quali il Festival dei bambini e della canzone arbëreshe e il Festival del Mate, che accoglie musicisti e visitatori da tutto il mondo.