Il Museo, inaugurato nel 2015 e ospitato presso il Palazzo della Curia vescovile, è stato promosso da Mons. Ercole Lupinacci, vescovo emerito dell’Eparchia di Lungro, e ultimato sotto la guida dell’attuale vescovo, Mons. Donato Oliverio.

Rappresenta un fondamentale strumento per preservare la memoria storica dell’Eparchia di Lungro e della comunità albanese di rito bizantino. All’interno del Museo, si trovano paramenti sacri, argenterie e opere d’arte risalenti al periodo compreso tra il XVI e il XX secolo, provenienti dalla cattedrale di San Nicola da Mira di Lungro e da altri edifici di culto della diocesi.

 

Una parte significativa dell’esposizione è costituita da icone, alcune delle quali molto antiche e di diverse scuole, donate o acquistate.

Tra gli oggetti esposti, spicca la Bolla papale Catholici fideles, con cui il papa Benedetto XV istituì l’Eparchia di Lungro il 13 febbraio 1919, insieme alle bolle di istituzione dei vari vescovi.

In una teca sono conservati i mandias dei primi vescovi dell’Eparchia: Mons. Giovanni Mele, Mons. Giovanni Stamati e Mons. Ercole Lupinacci. Si tratta di paramenti sacri indossati dai vescovi delle Chiese orientali durante le loro cerimonie e liturgie, simili a lunghe stole o mantelli, spesso riccamente decorati, e simboleggiano l’autorità e la dignità del vescovo all’interno della Chiesa.

Vi sono poi gli altri paramenti episcopali, la mitria, il parato, l’omofòrion e il rabdos, alcuni molto antichi, precedenti all’istituzione dell’Eparchia, appartenuti ai vescovi ordinanti.

Attira l’attenzione anche la vistosa croce pettorale e gli anelli, interamente in oro e pietre dure, facenti parte del corredo del primo vescovo dell’Eparchia, Mons. Giovanni Mele.

Infine, vi è la cappella del vescovo, riccamente affrescata e decorata, che contiene una sezione dedicata alle reliquie dei santi.