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- Il Paese di Mongrassano
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MONGRASSANO: UN PONTE TRA PASSATO E FUTURO, ATTRAVERSO RITI E TRADIZIONI ARBËRESHË
Da alcuni ritrovamenti si può supporre che il territorio fosse abitato già in epoche remote e fonti storiche risalenti alla fine del III sec a. C. parlano del casale di Mons Crasanus.
Nel XII secolo il casale esisteva con varie denominazioni. Nel 1283, le fonti ci dicono che era di proprietà di Rostain de Agot, passando successivamente ai Sanseverino, i quali nel 1459 cedettero la giurisdizione civile al Vescovo di S. Marco.
Non sappiamo la data esatta dell’arrivo degli albanesi. Alcuni gruppi erano già presenti nel 1488, ma per avere notizia di un insediamento vero e proprio si deve attendere il 1521.
Nel 1634 il casale fu poi venduto dai Sanseverino ai Gaetani di Sermoneta.
Il casale di Serra di Leo, detto Sardalia, che costituiva un casale a sé stante, fu popolato agli inizi del ‘500. Appartenne in feudo prima ai Cavalcanti, famiglia di origine fiorentina, poi da fine ‘500 a fine ‘600 ai Sersale di Cosenza, per passare poi ai duchi di Majerà, i Catalano Gonzaga, e infine ai baroni Miceli.
I due casali di Serra di Leo e Mongrassano verranno unificati all’inizio dell’800.
Mongrassano, così come i vicini paesi di Cerzeto, Cervicati e San Martino di Finita, nel 1634 passò dal rito greco-bizantino a quello latino, su ordine del vescovo di Bisignano.
Anche la lingua non è più in uso, ma sono tanti i termini della parlata dialettale mongrassanese riconducibili all’origine albanese.
Le pratiche tradizionali, legate alle festività e ai momenti significativi nella vita dell’uomo, sono ancora vive e svolgono un ruolo fondamentale nel preservare la memoria storica e culturale della comunità.
La Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria ha origini che risalgono al 1100, sebbene abbia subito successivi interventi di ristrutturazione nel corso del tempo. La statua di Santa Caterina, posta sopra l’altare maggiore, quella di Santa Filomena, che si trova al momento in sacrestia, il busto ligneo di San Francesco di Paola e le statue della Madonna dell’Immacolata e della Madonna del Carmine poste nelle cappelle laterali sono state realizzate dall’artista mongrassanese Carlo Santoro, autore di numerosi affreschi e statue custodite in diverse chiese della regione. Il portale invece è stato realizzato nel 1938 da Pasquale Mantovani.
Il figlio di Carlo, Rubens Santoro, fu a sua volta un rinomato pittore e scultore e una delle sue tele, “Paesaggio ideale”, è custodita all’interno del Palazzo comunale.
La storia della Chiesa dei Carmelitani affonda le radici nella seconda metà del XIII secolo, quando fu fondata come chiesa basiliana. Nel XVI secolo divenne la sede dei Carmelitani, i quali eressero accanto un convento, oggi sede del Municipio. Nel 1767, la chiesa ospitò la Congregazione laicale della SS. Immacolata.
Il portone ligneo, interamente intagliato, risale al XVII secolo ed è incastonato in una cornice di pietra realizzata dai maestri scalpellini Licursi e Capparelli. All’interno, si ammira una tela del XVI secolo che raffigura l’Annunciazione, collocata sopra l’altare, e una statua lignea dell’Immacolata, scolpita con maestria da Carlo Santoro.
La Chiesa di Sant’Anna o dell’Annunziata (è con questo titolo che si ritrova nei documenti vaticani) è uno dei più antichi luoghi di culto del paese. Le sue origini risalgono ai primi secoli del I millennio d.C., quando fungeva da sede estiva del monastero di Santa Maria della Matina di San Marco Argentano, ed è proprio in questa zona che si sarebbe insediata la prima comunità albanese.
All’interno della chiesa si trovano numerose statue antiche, tra cui spiccano quelle raffiguranti l’Annunciazione e Sant’Anna. I due imponenti portoni in bronzo sono stati realizzati in Argentina da Francesco Candreva e donati alla chiesa dai mongrassanesi emigrati nelle Americhe, testimoniando così il legame forte e duraturo tra la comunità locale e i suoi membri sparsi nel mondo.
Tra i palazzi storici di rilievo, vi è Palazzo Sarri, risalente al XVIII secolo, caratterizzato da un bel portale scolpito dagli artisti della rinomata scuola fuscaldese, arricchito da eleganti ringhiere in ferro battuto in stile spagnolo.
Tra i membri illustri della famiglia Sarri si annoverano Angelo Sarri e i fratelli Domenico e Vincenzo. La leggenda narra che fu proprio per loro imposizione che venne abbandonato l’uso della lingua albanese. Domenico Sarri, in particolare, si distinse come promotore delle rivolte popolari antiborboniche e fu uno dei protagonisti della spedizione dei Mille in Calabria.
Altri palazzi di rilievo sono Palazzo Miceli, che ospita il Centro Iconografico Arbëresh, Palazzo Pizzi e Palazzo Nudo.
Inglese 🇬🇧
MONGRASSANO: A BRIDGE BETWEEN PAST AND FUTURE, THROUGH ARBËRESHË RITES AND TRADITIONS
From some findings it can be assumed that the territory was already inhabited in remote times and historical sources dating back to the end of the 3rd century BC. talk about the farmhouse of Mons Crasanus.
In the 12th century the farmhouse existed under various names. In 1283, sources tell us that it was owned by Rostain de Agot, subsequently passing to the Sanseverinos, who in 1459 ceded the civil jurisdiction to the Bishop of S. Marco.
We do not know the exact date of the arrival of the Albanians. Some groups were already present in 1488, but to have news of a real settlement we had to wait until 1521.
In 1634 the farmhouse was then sold by the Sanseverinos to the Gaetani of Sermoneta.
The farmhouse of Serra di Leo, known as Sardalia, which was a separate farmhouse, was populated at the beginning of the 16th century. It belonged as a fief first to the Cavalcanti family, a family of Florentine origin, then from the end of the 16th to the end of the 17th century to the Sersale family of Cosenza, then passing to the dukes of Majerà, the Catalano Gonzagas, and finally to the Miceli barons.
The two hamlets of Serra di Leo and Mongrassano were unified at the beginning of the 19th century.
Mongrassano, like the nearby towns of Cerzeto, Cervicati and San Martino di Finita, passed from the Greek-Byzantine rite to the Latin one in 1634, on the orders of the bishop of Bisignano.
Even the language is no longer in use, but there are many terms in the Mongrassanese dialect that can be traced back to Albanian origin.
Traditional practices, linked to holidays and significant moments in human life, are still alive and play a fundamental role in preserving the historical and cultural memory of the community.
The Church of Santa Caterina d’Alessandria has origins dating back to 1100, although it has undergone subsequent renovations over time. The statue of Santa Caterina, placed above the main altar, that of Santa Filomena, which is currently in the sacristy, the wooden bust of San Francesco di Paola and the statues of the Madonna dell’Immacolata and the Madonna del Carmine placed in the side chapels were created by the Mongrassanese artist Carlo Santoro, author of numerous frescoes and statues kept in various churches in the region. The portal, however, was created in 1938 by Pasquale Mantovani.
Carlo’s son, Rubens Santoro, was also a renowned painter and sculptor and one of his canvases, “Ideal Landscape”, is kept inside the town hall.
The history of the Carmelitani Church has its roots in the second half of the 13th century, when it was founded as a Basilian church. In the 16th century it became the seat of the Carmelites, who built a convent next to it, today the seat of the Town Hall. In 1767, the church hosted the lay Congregation of the SS. Immaculate.
The wooden door, entirely carved, dates back to the 17th century and is set in a stone frame created by master stonemasons Licursi and Capparelli. Inside, you can admire a 16th century canvas depicting the Annunciation, placed above the altar, and a wooden statue of the Immaculate Conception, expertly sculpted by Carlo Santoro.
The Church of Sant’Anna or dell’Annunziata (it is with this title that it is found in Vatican documents) is one of the oldest places of worship in the country. Its origins date back to the first centuries of the 1st millennium AD, when it served as the summer seat of the monastery of Santa Maria della Matina of San Marco Argentano, and it is precisely in this area that the first Albanian community settled.
Inside the church there are numerous ancient statues, among which those depicting the Annunciation and Saint Anne stand out. The two imposing bronze doors were made in Argentina by Francesco Candreva and donated to the church by the people of Mongrassano who emigrated to the Americas, thus testifying to the strong and lasting bond between the local community and its members scattered around the world.
Among the important historical buildings, there is Palazzo Sarri, dating back to the 18th century, characterized by a beautiful portal sculpted by the artists of the renowned Fuscaldese school, enriched by elegant Spanish-style wrought iron railings.
Among the illustrious members of the Sarri family are Angelo Sarri and his brothers Domenico and Vincenzo. Legend has it that it was precisely because of their imposition that the use of the Albanian language was abandoned. Domenico Sarri, in particular, distinguished himself as a promoter of the anti-Bourbon popular revolts and was one of the protagonists of the expedition of the Thousand in Calabria.
Other notable buildings are Palazzo Miceli, which houses the Arbëresh Iconographic Centre, Palazzo Pizzi and Palazzo Nudo.
ARBËRESHE 🇦🇱
MUNGRASANA: NJË POND KA MOTI ÇË SHKOJ E MOTI I ARDHËSHME, NDË MEST RITË E TRADICIONA ARBËRESHE
Mënd jetë se te petku rrijin një ca gjindë çë ka fundit e III shekullit: vendi ish i njohur si Mons Crasanus.
Tekë shekulli XII fshati kish njetët ëmer. Tekë viti 1283, dihej se ish zotëri e Rostain de Agot, pra Sanseverinavët, çë tekë viti 1459 e dhan peshkoput e Shën Markut.
Nëng dimi motin të drejtë kur erdhtin arbëreshët. Një ca gjind ishin këtu tekë viti 1488, ma për lajme më të drejta ka të pritet viti 1521.
Tekë viti 1634 fshati qe shitur ka Sanseverinat Gaetan-avët e Sermonet-ës.
Fshati Serra di Leo, i thenur Sardalia, çë ish një fshat i vetëm, qe popullzuar te fillimi e vitëvet ‘500. Mënjëhere ish e Cavalcant-ëvet, fëmiljë me origjin fiorentin, pra ka fundimi e ‘500 e njerim ‘600 e Sersal-ëvet e Kosenxes, pra edhe dukëtëve Majerà, Catalan-it Gonzaga e te lurtëm baronit Miceli.
Mungrasana, ashtu si katundet afëror Qana, Çervikati e Shën Mërtiri, tekë viti 1634 shkoj ka riti grek-bizantin te riti lëtir, mbi urdhërimit e Peshkoput e Bisinjanit.
Edhe gjuha nëng folet më, ma shumë janë fjalat djallektit ka Mungrasana çë qasen gjuhës shqipe.
Traditat, të lidhura festavët e jetës e njerez, janë edhe sot të gjalla e vjojin mendimin storike e kullturore e katundit.
Qisha e Shën Katerinës Alesandries ka fillime te vitët 1100, edhe se patë shumë të ndrequra te moti çë shkoj. Statua e Shën Katerinës, mbi autarit i madh, statua e Shën Filomenës, mbrënda sakrestis, busti druri e Shën Françeskut e Paoles e statuat e Shën Mëris Makulat e Shën Mëris e Karmunit mbrënda kapeljat ndër anë qenë bën ka mjeshtëri mungrasanis Carli Santoro, çë bëri shumë piktura e statua vjuar mbrënda një ca Qisha Kalabrisë. Dera e madhe përkundra qe realizuar tekë viti 1938 ka Pasqual-i Mantovani.
I biri Carl-it, Rubens Santoro, qe edhe një piktor e një daltues shumë i dashur e një ndër pëlhurët, “Pamje idhealle” është vjuar mbrënda Pëllacit bashkerorë.
Storia e Qishës e Karmelitanet ka rrënja te gjismia e shekullit XIII, kur qe e stisur si qish basilian. Tekë shekulli XVI qe qender e Karmelitanet, çë stistin afër një kuvend, sot qendër e Bashkies. Tekë viti 1767, qisha mbjodhi një kongregaçion laike e SS. Makulatës.
Dera e madhe druri, gjithë të dhëndur, është e shekullit XVIII e gjëndet mbrënda një ndërtesje guri realizuar ka mjeshtërat Lijursi e Kapareli. Mbrënda mënd shihet një pëlhurë e shekullit XVI çë burton Llajmërimin, mbi autarit, e një statue druri e Makulatës, e bënur ka mjeshtëri Carlo Santoro.
Qisha e Shën Annës o e Llajmërimës (me këtë ëmer mund gjëndet te dokumendet vatikanë) është një ka lloqet më të vjetra katundit. Origjinët janë tekë të parat shekullet e të parit Mijëvjeçar pas Krishtit, kur ish qender veror e manastirit e Shën Mëris e Matin-ës e Shën Markut, është drejtë tekë ki vend çë vunë rrënjët të parët arbëreshët.
Mbrënda qishës janë shumë statua të vjetëra, ndër cilat gjënden ata e Llajmërimit e Shën Annës. Të di diart të madhra brunxi qenë bën Arxhentin ka Francesco Candreva e dhenur si dhurat qishes ka mungrasanisërat emigrande te Merkët, tue martriruar kështu lidhja e fort ndë mest katundit e gjindjat e katundit të shprishura te dheu.
Pëllacet storike me më shumë rëndesì janë Pëllaci Sarri, i shekullit XVIII, çë ka një derë e madhe shumë e bukur bën ka artistat e shkollës e Fuskaldit, e bëgatur me ranghiara hekuri me stillin spanjol.
Ndër fëmiljen Sarri duhet të kujtuar Angelo Sarro e vëllezërat Domenico e Vincenzo. Një legjend rrëfen se qe për pjesën atire së nëng u fol më gjuha arbëreshe. Domenico Sarri, më shumë, qe kujtuar sa të ish kunder Borbonat e për këtë ish një ndër ata çë bën lluften e Millët Kalabri.
Tjetër pëllace janë Pëllaci Miceli, çë mbjedh Qendri Ikonografik Arbëresh, Pëllaci Pizzi e Pëllaci Nudo.